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La musica medioevale è soprattutto vocale, gli strumenti erano usati solo come accompagnamento alla voce. Gli strumenti principali sono: il liuto, la ribeca, il salterio e la ghironda. Ma anche flauti, trombe, la viella e vari tipi di strumenti a percussione, che dovevano segnare il ritmo delle danze. Tutti i testi medievali che conosciamo chiamano estampie una composizione strumentale per danza.

Gli strumenti a corda

Vediamo adesso nel dettaglio gli strumenti a corda:

  • La Ribeca, questa era uno strumento cordofono a più corde, tipico dei trovatori e dei menestrelli. Lo strumento è dotato di un corto manico che si raccorda con il profilo della cassa stessa.
  • Il Salterio, a forma triangolare o trapezoidale, con corde tese. Si suonava con le dita o con plettro.
  • L’arpa, era impiegata raramente come strumento solista. Molto sfruttata invece nell’orchestra moderna, in particolare è stata largamente utilizzata nella musica francese e russa di fine Ottocento. Per quello che riguarda la musica popolare e tradizionale.
  • La Cetra, poteva essere suonato per mezzo di uno o più plettri, con le dita nude o ad arco.
  • La Ghironda, è uno strumento musicale a corde, fatte vibrare mediante sfregamento da parte del bordo impeciato di una ruota di legno, ad esse sottostante, azionata da una manovella. La Ghironda fu strumento dei menestrelli, che la diffusero in tutta Europa.
  • La Chitarra.

Gli strumenti a fiato

Vediamo adesso una lista degli strumenti a fiato:

  • Lo Chalumeau è il nome generico dato a molti strumenti a fiato, indica indifferentemente due strumenti: uno a ancia doppia e a tubo conico, antenato del moderno oboe, l’altro ad ancia semplice e a tubo cilindrico da cui deriva il clarinetto.
  • Il Cornetto.
  • La Tromba, è uno strumento aerofono di ottone. Dalle trombe romane derivano le trombe medievali e furono impiegate sempre più largamente nella musica strumentale ed operistica.
  • La Zampogna è uno strumento aerofono della musica popolare diffuso in una grande varietà di tipi. Si tratta di uno strumento che ha una o più canne sonore in appositi innesti di legno, di corno o di metallo che vengono fissate ad alternate aperture di un otre di pelle dove si accumula l’area.
  • Il Flauto, è uno strumento aerofono nel quale un flusso d’aria è indirizzato contro il bordo affilato di uno spigolo, che funziona da generatore di vibrazioni trasmesse ad una colonna d’area contenuta nel tubo. I primi si distinguono in flauti a imboccatura terminale e flauti a imboccatura laterali o traversi. I flauti possono essere a canna chiusa o aperta o tubolari singoli o multipli, muniti di fori per le dita, o privi di fori.

Ruolo della musica

Nel Medioevo la musica strumentale svolgeva un ruolo molto inferiore rispetto alla musica vocale. Le cause si possono riassumere in tre punti focali:

  • l’assoluta supremazia del canto liturgico inteso come canto puro, senza accompagnamento;
  • il sistema di scrittura musicale che poteva assolvere le esigenze del canto, ma non quelle più complesse della musica strumentale;
  • la qualità strumentale che rendeva problematico un dialogo tra strumenti di vario tipo e di vario genere.

Non esistevano le orchestre e la funzione degli strumentisti per tanto tempo è stata semplicemente quella di suonare, all’unisono con il canto, un solo strumento: solitamente una viella o un flauto, altre volte un galoubet con tamburino e, dopo le crociate, anche un liuto.

Stili della musica

L’unica musica medievale, che può essere studiata, è quello che è stata scritta e soprattutto quella che è sopravvissuta al tempo. Solo le casate potenti, le famiglie di alto rango e nobili, erano in grado di poter creare manoscritti che sono sopravvissuti fino ai giorni nostri. Questo perché le pergamene avevano un costo alto. Anche istituzioni come La Chiesa in epoca medievale hanno composto dei brani noti come Gregoriani. I manoscritti, non riflettevano però gran parte della musica popolare del tempo. All’inizio del periodo, la musica era monofonica e omoritmica con quello che sembra essere un testo cantato all’unisono e senza supporto strumentale o accompagnamento strumentale. Non c’era ritmo. La semplicità del canto, con la voce all’unisono e la declamazione naturale era più comune. L’armonia, gli intervalli consonanti, gli unisoni, ottave erano però già noti, ma mai utilizzati.

La teoria della musica medievale e Guido d’Arezzo

Guido d’Arezzo tramite un nuovo metodo per l’apprendimento del canto liturgico lo espose al papa Giovanni XIX, il quale ne favorì la propagazione. Tra le opere più importanti ci sono:

  • il micrologus de musica, considerato il più importante trattato del Medioevo,
  • il prologus in anthiponarium in cui l’antifonario viene dato nella nuova notazione.

Guido d’Arezzo è stato una figura importante nella storia della notazione musicale, soprattutto per l’impostazione del modo di leggere la musica: inventò il tetragramma e utilizzò la notazione quadrata. Il suo obiettivo era quello di trovare un sistema che consentisse al cantore di intonare un canto senza averlo mai visto prima. Per imparare le note, bisognava dare loro un nome, quindi il canto doveva essere scisso dal testo.

Studentessa di Scienze della Comunicazione e soprattutto amante della scrittura. Appassionata della lettura e dell’arte. Scrivo dai periodi delle medie, ma dopo il liceo ho iniziato a perfezionarmi. Ho collaborato con qualche casa editrice, due pubblicazioni certificate e molte altre in self.  Da sempre ho creduto nella passione per la scrittura degli articoli, mi piace tutto ciò che ruota attorno alla tecnologia, alla musica e tutto ciò che concerne la comunicazione. Sono felice di poter scrivere articoli su questi temi.

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